Il benessere psicologico è un concetto complesso e profondo, che sin dai tempi antichi l’essere umano ha tentato di esplorare attraverso le varie correnti filosofiche o religiose, per identificarne le peculiarità e discernere i percorsi più efficaci per raggiungerlo. L’ubiquità della tecnologia digitale ha reso la nostra vita per certi aspetti più semplice e interconnessa, ma ha anche generato effetti collaterali sulla nostra salute mentale.
L’uso eccessivo o disregolato della tecnologia può infatti avere un impatto negativo sul nostro benessere psicologico, concorrendo a problemi come ansia, depressione, isolamento sociale e il cosiddetto fenomeno FoMO (Fear of Missing Out).
Pur offrendo opportunità per migliorare la coesione sociale ed emotiva, promuovendo relazioni, comunicazione e istruzione a distanza, il digitale è diventato una potenziale “minaccia” per il benessere emotivo dei più giovani, ma anche degli adulti.
In relazione a questo nuovo fenomeno sociale abbiamo sviluppato un programma di salute digitale, “Disturbo dell’iperconnessione – FOMO” che promuove la salute mentale e il benessere psicofisico.
Che cos’è la FoMO?
FoMO, acronimo di Fear of Missing Out, rappresenta l’ansia di perdere qualcosa o restare esclusi da eventi, esperienze o interazioni sociali. Questo fenomeno, amplificato dall’uso pervasivo e, a volte, inconsapevole dei nostri smartphone, ha portato conseguenze significative sulla nostra salute mentale.
La FoMO è alimentata dall’incessante flusso di informazioni e connessioni offerto dalla digitalizzazione. Mentre la tecnologia facilita la condivisione di momenti felici e successi altrui, può anche innescare un senso di inadeguatezza e isolamento in chi percepisce di non essere parte di tali esperienze.
Questo fenomeno non è nuovo, ma la sua portata è stata amplificata nell’era digitale; infatti, spesso sentiamo parlare di “digital FoMO”. La costante esposizione a vite apparentemente perfette sui social media può alimentare il timore di restare indietro o non essere all’altezza degli standard sociali. Inoltre, la FoMO può contribuire a un uso eccessivo dei dispositivi digitali, aggravando ulteriormente gli impatti sulla salute mentale.
Le ultime ricerche in merito evidenziano alcuni aspetti comuni per chi è affetto dal disturbo di iperconnessione:
- ansia
- il desiderio di essere costantemente in contatto con gli altri attraverso i social network
- sovrastimolazione sensoriale dovuta all’eccessivo input visivo e uditivo dei dispositivi digitali
- alterazione del senso di tempo e spazio, perdendo la percezione del reale
- riduzione dell’attenzione e della produttività dovute alle distrazioni digitali
- calo del rendimento scolastico o lavorativo a causa dell’eccessivo utilizzo dei dispositivi.
- diminuzione dell’interesse nelle relazioni sociali, preferendo l’interazione online rispetto al contatto umano diretto.
FoMO e giovani: l’equilibrio instabile tra connessione virtuale e salute mentale
Nel mondo sempre connesso dei social media, la Fear of Missing Out (FOMO) emerge come un fenomeno significativo tra i giovani, in particolare nella generazione Z. Un recente sondaggio globale condotto dalla McKinsey Company ha rivelato che i giovani spesso associamo l’uso intensivo dei social media a sentimenti negativi e a una percezione distorta dell’immagine corporea.
La generazione Z, in media, è più incline a riferire sensazioni negative sui social media rispetto alle generazioni precedenti, e questa tendenza sembra correlare anche con un aumento delle segnalazioni di cattiva salute mentale.
Il rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) intitolato “L’educazione nell’era digitale: Bambini sani e felici” aggiunge un ulteriore strato di complessità, mettendo in luce la correlazione tra l’utilizzo delle tecnologie digitali e il benessere fisico.
Dedicare eccessivo tempo ai servizi digitali può influenzare negativamente l’attività fisica dei giovani, incoraggiando comportamenti sedentari. Inoltre, il tempo trascorso davanti agli schermi può compromettere la qualità del sonno, e l’uso delle tecnologie digitali può essere associato all’obesità.
Sorprendentemente, le generazioni più anziane si impegnano su queste piattaforme quanto la generazione Z, smentendo l’idea che il fenomeno FOMO sia esclusivo dei giovani. I baby boomer, in alcuni paesi, passano tanto tempo sui social media quanto i più giovani, con i millennial che spiccano per la frequenza di pubblicazione.
Un problema sociale e mentale anche degli adulti
La sfida psicologica derivante dall’eccessivo utilizzo della tecnologia digitale non risparmia gli adulti, evidenziando un panorama di ansia, stress e isolamento sociale che attraversa tutte le generazioni, con evidenti ripercussioni sulla salute mentale. L’ampia diffusione delle tecnologie digitali ha coinvolto individui di tutte le età, determinando sfide analoghe per diverse fasce generazionali.
L’iperconnessione costante, la dipendenza dai dispositivi digitali e l’esposizione eccessiva ai social media contribuiscono a impatti negativi sulla salute mentale e il benessere emotivo degli adulti, spingendoli verso uno stile di vita frenetico e iperconnesso.
Il contesto lavorativo contemporaneo, caratterizzato dalla costante connettività, può esporre gli adulti a elevate pressioni per essere sempre raggiungibili e disponibili, contribuendo a un senso di dipendenza dai dispositivi digitali. Inoltre, l’ansia derivante dalla paura di perdere informazioni o opportunità importanti, nota anche come “Fear of Missing Out” (FOMO), può spingere gli adulti a restare costantemente connessi e a controllare frequentemente i social media, alimentando ulteriormente l’ipersensibilità verso le notifiche e gli aggiornamenti digitali.
Il risultato è uno stato continuo di attenzione rivolto alle tecnologie digitali, con impatti significativi sulla salute mentale degli adulti, manifestandosi in forme di stress, stanchezza e ansia sempre crescenti. Per affrontare questa complessa realtà, è essenziale promuovere la consapevolezza sull’uso delle tecnologie digitali e incoraggiare l’adozione di pratiche di gestione dello stress, al fine di garantire un utilizzo più equilibrato e responsabile della connettività digitale.
Come superare e uscire dalla FoMO con il Digital Care Program “FoMO – Disturbo dell’iperconnessione” di Paginemediche
Su questa scia abbiamo sviluppato un programma digitale dedicato al “Disturbo dell’iperconnessione – FOMO”.
Il programma affronta il disturbo dell’iperconnessione, e le sue varianti più sfumate, offrendo supporto per comprendere meglio le proprie emozioni, gestire lo stress e l’ansia, migliorare le relazioni interpersonali e adottare uno stile di vita sano ed equilibrato. Attraverso questionari di screening accurati e l’orientamento di esperti, “Disturbo dell’iperconnessione – FOMO” aiuta a identificare i livelli di FOMO di ciascun individuo, fornendo un percorso personalizzato verso il benessere mentale.
In base alle risposte, il programma fornirà accesso a video-lezioni e contenuti mirati, progettati per aiutare a comprendere meglio la situazione e fornisce gli strumenti necessari per affrontare il Disturbo dell’iperconnessione.
Se necessario, il programma indirizzerà verso uno psicologo, per una prima valutazione clinica ed un eventuale inizio di percorso psicoterapeutico, in presenza e/o in telemedicina.
FOMO è rivolto alle seguenti categorie di persone:
- Genitori con figli adolescenti: il programma aiuta i genitori a comprendere e affrontare il FOMO sia per sé stessi che per i loro figli adolescenti, promuovendo una comunicazione aperta e uno scambio costruttivo.
- Adolescenti: FOMO offre supporto diretto agli adolescenti per gestire lo stress e le pressioni derivanti dalla crescente interconnessione digitale, promuovendo una maggiore consapevolezza delle proprie emozioni e una sana autostima.
- Persone tra i 25-40 anni: Questa fascia di età è spesso particolarmente colpita dal FOMO, poiché cerca di bilanciare responsabilità personali e professionali con la pressione della connettività costante. FOMO aiuta a trovare un equilibrio e una gestione efficace delle aspettative.
Il benessere psicologico è una componente fondamentale della nostra salute complessiva, e nell’era digitale, è essenziale affrontare le sfide connesse all’uso della tecnologia digitale. Con il giusto equilibrio tra la tecnologia e le pratiche per promuovere la salute mentale, possiamo godere dei vantaggi della rivoluzione digitale senza compromettere il nostro benessere psicologico. Può risultare a tratti un ossimoro, ma investire in programmi di salute mirati può aiutare a creare una società digitale più sana, in cui l’utilizzo consapevole della tecnologia ci permette di prosperare sia online che offline.