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La telemedicina non è più un trend: risultati migliori rispetto all’assistenza tradizionale

La telemedicina non è più un trend: risultati migliori rispetto all’assistenza tradizionale

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La salute digitale non risulta essere solo un trend post pandemico ma rientra tra le soluzioni volte a espandere le capacità assistenziali del nostro sistema sanitario. Lo confermano anche i risultati di una recente survey condotta da Paginemediche su un campione di pazienti e medici che nel corso del 2022 hanno usufruito dei servizi di telemedicina messi a disposizione dalla piattaforma. 

 

La pandemia ha accelerato il processo di digitalizzazione delle cure

Il processo di crescita dei servizi di telemedicina in Italia e nel mondo, accelerato dalla pandemia Covid19, è diventato nel biennio 2021-2022 uno dei temi più discussi nell’agenda politica, tra i fornitori di servizi sanitari, pazienti e senza alcun dubbio nella società in generale.  

Moltissimi degli attori coinvolti apprezzano la flessibilità offerta dalle soluzioni digitali, sostenendo che la telemedicina è molto più di una tendenza pandemica, risulta essere una reale opportunità per migliorare il flusso lavorativo degli specialisti e il percorso di cura degli assistiti soprattutto in caso di cronicità, come evidenziato da un recente studio pubblicato su JAMA Network Open. Secondo i ricercatori americani i metodi di assistenza digitale possono espandere le capacità sanitarie fino a ottenere prestazioni pari o migliori dell’assistenza tradizionale. 

 

Il quadro italiano

In Italia durante la pandemia si è avuto un incremento delle piattaforme digitali del 20% in più rispetto al periodo pre-covid; si è passato dall’11% al 30% dell’utilizzo e queste percentuali sono destinate a crescere in maniera esponenziale. Ulteriore dato da evidenziare riguarda il ricorso alle video visite: dal 2020 ad oggi è stato riscontrato un incremento del 26% tra i medici specialisti (Fonte: Osservatorio per l’innovazione digitale in sanità del Politecnico di Milano). 

Molti operatori sanitari hanno utilizzato per la prima volta gli strumenti che la medicina digitale offre e i pazienti hanno avuto modo di ricevere cure direttamente dalle loro abitazioni. Questa esperienza ha portato importanti evidenze su come il sistema sanitario italiano può essere integrato e ripensato con l’utilizzo della telemedicina. 

 

Le nuove linee guida per la telemedicina

Importanti novità arrivano dal Ministero della Salute che nella Gazzetta Ufficiale della repubblica italiana ha pubblicato, per la prima volta, le Linee Guida Sulla Telemedicina, vere e proprie direttive che vanno a regolamentare i vari accordi tra Stato e Regioni, approvate dal Consiglio Superiore di Sanità.  

Il documento mira a fare chiarezza sui servizi erogabili e sui requisiti necessari per usufruire delle piattaforme digitali, nello specifico si legge che “Affinché un assistito possa usufruire dei servizi di telemedicina implementati a livello regionale, quest’ultimo deve risultare eleggibile dal punto di vista clinico, tecnologico, culturale e di autonomia o disponibilità di un caregiver, qualora necessario, nella fruizione dei servizi di telemedicina”.   

Non vogliamo qui addentrarci nel merito delle possibili lacune che il testo ancora presenta ma sottolineare che queste Linee Guida rappresentano una pietra miliare per il sistema sanitario italiano verso il digitale. Esse infatti confermano che un uso maggiore della medicina digitale potrebbe apportare notevoli miglioramenti anche in ottica di sostenibilità a lungo termine oltre ad essere una confortevole soluzione ai problemi organizzativi e logistici del flusso lavorativo. 

Questa considerazione è valida a nostro avviso per tutte le aree terapeutiche e soprattutto per la gestione delle cronicità, su cui Paginemediche ha avuto modo di concentrarsi dopo l’esperienza di successo con la soluzione di telemonitoraggio Covid19 e il progetto di telemedicina per i pazienti con scompenso cardiaco realizzato in collaborazione con l’ULSS3 Serenissima.  

Nel corso del 2022, Paginemediche, ha esteso le soluzioni di telemedicina anche ad altre aree, partendo da quella dermatologica, e questo grazie al contributo non condizionante di diverse aziende farmaceutiche che stanno sostenendo iniziative di teledermatologia per le quali registriamo notevoli risultati in termini di coinvolgimento e adesione da parte di medici e pazienti. Nello specifico, tali iniziative hanno messo in evidenza che la videovisita è una valida opzione di gestione per una patologia dermatologica nel 90% dei casi (tant’è che il 92% dei pazienti che hanno usato il servizio lo consiglierebbe in caso di problemi simili). Anche per i medici i servizi digitali offrono reali soluzioni sia in fase di pre-screening, quindi per informare il paziente tempestivamente ed impedire l’escalation della malattia, sia in fase di follow-up. L’utilizzo della telemedicina si è rivelata, per i medici, un’esperienza positiva che ha consentito in alcuni casi di fornire maggiori informazioni ai pazienti e farli afferire alla struttura più idonea e vicina per essere seguiti meglio.          

                                                                                   

Maggiori investimenti in telemedicina

Uno dei punti cardini del piano economico per rilanciare l’economia italiana dopo il COVID-19, è sicuramente la medicina digitale, a cui i decisori politici negli ultimi due anni hanno deciso di dedicare maggiore attenzione ponendola come priorità all’interno dell’agenda politica. Il PNRR prevede investimenti per circa 7 miliardi di euro di cui 1 di questi è dedicato alla transizione tecnologica per la sanità. 

Per permettere l’attuazione delle Linee Guida, pubblicate il 2 novembre 2022, è sicuramente necessario prevedere maggiori investimenti in sanità, così come previsti dal PNRR. 

 

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