L’Europa è considerata il soggetto ideale per guidare la trasformazione digitale della sanità, soprattutto grazie alla sua ottima gestione di uno dei problemi più sentiti del mondo della digital health: la condivisione e il flusso dei dati.
L’Europa, attraverso il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), sta attualmente studiando soluzioni per consentire flussi di dati transfrontalieri (i cosiddetti “cross-borders data flows”), rispettosi della privacy e, soprattutto, sicuri. Inoltre, grazie al certificato digitale del Covid, è divenuta anche leader mondiale nella verifica e convalida transfrontaliera sicura dei dati sanitari individuali.
Tuttavia, è necessario razionalizzare e semplificare tali sistemi per rendere ancora più sicura la gestione dei dati complessi, e per riuscirci è necessario un prerequisito fondamentale: la fiducia dei pazienti, degli operatori sanitari e della società, indispensabile per aumentare i flussi di dati che consentiranno all’Europa di diventare il centro nevralgico per l’assistenza sanitaria con focus sulle persone.
L’obiettivo primario dell’Europa, quindi, è quello di promuovere i flussi di dati sanitari attraverso la governance e la creazione di un forte framework normativo, seguendo alcuni step fondamentali, sia a livello regionale che internazionale:
- Ottenere il giusto Spazio Europeo dei Dati Sanitari (European Health Data Space – EHDS) in quanto, nonostante i numerosi progressi in atto, è ancora necessaria una regolamentazione che consenta il riutilizzo dei dati sanitari su larga scala con l’obiettivo di promuovere l’innovazione futura, invece di imporre una serie di obblighi restrittivi;
- Armonizzare l’applicazione nazionale del GDPR, vitale per tutti i dati sanitari finalizzati all’assistenza o la ricerca;
- Creare un organismo europeo di dati digitali e sanitari basato sul dialogo e sulla collaborazione di tutte le parti interessate, dalle associazioni di pazienti alla ricerca e alle industrie.
- Facilitare la condivisione transfrontaliera dei dati sanitari. La Commissione europea può facilitare l’uso e il riutilizzo sicuri dei dati sanitari, ma è necessario un allineamento completo anche con gli Stati membri, in quanto essi svolgono un ruolo fondamentale attraverso. ad esempio, la collaborazione sui principi di base per la salute digitale.
- Affrontare le norme in materia di dati all’interno degli Stati membri. La maggioranza dei cittadini è disposta a condividere i propri dati sanitari per una migliore qualità delle cure, della prevenzione, della diagnosi e del trattamento della malattia. L’integrazione di sistemi di informazione sanitaria nazionali è necessaria per soddisfare le aspettative delle persone in materia di cure personalizzate e consentire loro di condividere i dati medici in modo sicuro ed equo.
- Optare per una cooperazione transatlantica in materia di salute digitale, per garantire a tutti i pazienti l’accesso a un’assistenza sanitaria affidabile e supportata digitalmente. Per generare questa fiducia, il Consiglio UE-USA per il commercio e la tecnologia (TTC) dovrebbe trovare un accordo riguardo la questione dell’analisi dei dati clinici e sulle evidenze necessarie per una diagnosi e un trattamento più sicuri ed efficaci.
- Allineare codici e standard dei dati sanitari globali. I sistemi sanitari di tutto il mondo utilizzano un mix di codici per le malattie e il modo in cui essi sono utilizzati può differire molto e creare confusione sull’uso dei dati. Per questo motivo, risulta fondamentale adottare una serie di norme di codifica concordate e allineate a livello globale in tutta l’UE.
In conclusione, disporre di un solido quadro di governance per i dati sanitari è un fattore imprescindibile per garantire maggiore chiarezza e certezza sulla protezione dei diritti fondamentali delle persone, che porterà a sbloccare, allo stesso tempo, opportunità nella ricerca e nello sviluppo della salute digitale.